La programmazione dell’ambito di caccia si basa sul piano poliennale di utilizzo del territorio, finalizzato al raggiungimento della densità faunistica ottimale, attraverso il dimensionamento del prelievo venatorio e interventi di sostentamento alla fauna selvatica, tra cui appropriati piani di immissione e di miglioramento ambientale. Questi ultimi determinano i maggiori benefici: incremento dei luoghi di rifugio e riproduzione, delle risorse trofiche e delle nicchie ecologiche per le singole specie.
Il piano poliennale deve prevedere almeno i seguenti contenuti:
- programmazione delle attività di ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica;
- la pianificazione degli interventi di gestione finalizzati alla ricostituzione di una presenza faunistica ottimale per il territorio e di buona qualità, compresi i programmi di immissione e di prelievo di selvaggina;
- la pianificazione dei miglioramenti ambientali tra cui gli interventi di set-aside faunistico, le coltivazioni a perdere per l’alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli, il ripristino di zone umide e di fossati, la differenziazione delle colture, la coltivazione di siepi, cespugli, alberi adatti alla riproduzione della fauna selvatica, gli interventi per la tutela dei nidi e dei nuovi nati di fauna selvatica nonché dei riproduttori (compresa l’alimentazione di soccorso invernale per il sostegno degli animali in difficoltà);
- l’attività di produzione, allevamento e adattamento in libertà di fauna selvatica;
- programmazione delle attività di difesa preventiva delle coltivazioni passibili di danneggiamento.
Il piano poliennale dell’ATC2 è in corso di redazione.