L’Ambito territoriale di caccia rappresenta uno dei perni della riforma introdotta dalla legge nazionale 157/92: attraverso questo istituto si realizza in concreto la programmazione dell’attività venatoria. Il regime di caccia programmata si basa su una presenza predeterminata di cacciatori, legati al territorio e impegnati nella sua gestione: il prelievo venatorio è commisurato alle risorse disponibili e richiede un’analisi delle potenzialità ambientali e censimenti annuali della fauna selvatica. Attraverso l’ATC si realizza il legame di responsabilità tra il cacciatore e il suo territorio. La presenza attiva e continuativa del cacciatore in un’area limitata permette una conoscenza diretta del territorio e induce un’azione positiva sulla natura nel suo complesso attraverso una migliore sorveglianza contro il bracconaggio e favorendo la realizzazione di interventi mirati di miglioramento ambientale.
Gli organi dell’ambito territoriale di caccia (art. 30, comma 1 l.r. n. 26/93 e succ. mod.):
a) il presidente;
b) il comitato di gestione;
c) l’assemblea dei cacciatori iscritti;
d) il revisore legale